giovedì 15 luglio 2010

E il cielo.

Non avevo mai pensato alla possibilità che la mamma e il papà si separassero.
Erano così belli insieme, così felici. Anche quando pensavano che io dormissi, dalla mia stanza nel buio li ascoltavo sussurrarsi parole d’amore e scambiarsi baci e carezze.
Erano pieni di dolcezza. Li sorprendevo in cucina a fissarsi con sguardi intensi e intrecciati, nel momento della giornata in cui per papà il lavoro svaniva e tutto ciò che restava era lì, nella nostra casa.
Sembrava che papà riuscisse ad amare davvero la mamma.
Sembrava che la mamma amasse davvero papà.
Ma ora che sono cresciuta riconosco in quegli sguardi rubati e in quelle carezze accennate l’amore che papà non donò mai alla mamma.
Ora vedo in quegli occhi pieni d’amore, che papà voltava verso la mamma in cucina, il riflesso di qualcuno che non si trovava nella stanza insieme a noi.
Anche ora che ho appena annunciato a papà la mia decisione di sposarmi, nei suoi occhi rimane quel riflesso che fu la condanna della nostra famiglia.
Lui non c’è più, ma la sua immagine rimane.
E’ nello sguardo di papà, è nei suoi gesti, è nel suo sorriso, è nella sua espressione.
Penso che vi resterà per sempre.
E vorrei odiare quella persona che vedo ritratta in lui e che ha distrutto la mamma, ma so che papà non sarebbe la persona che è oggi, quella che amo, se non fosse per lui.
Se non fosse per Jack Twist.
E so che nella sua voce, nella sua forza di andare avanti, io vedrò sempre quell’amore che rifiutò ogni convenzione, ogni legge ed ogni confine. Quell’amore che li fece impazzire di gioia e morire di dolore.
E, nel suo sguardo perso nel vuoto, io amerò quel riflesso.
E la brughiera. E il cielo.

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